Alla scoperta delle fontane di Predazzo, attraverso le vie più antiche del paese, nei vicoli carichi di storia e tradizione.
Predazzo sorge alla confluenza di due torrenti, è un paese ricco d’acqua e di fontane, una diversa dall’altra, ognuna con una sua storia da raccontare. Dopo la recente sistemazione delle fontane, il Comune di Predazzo ha realizzato un percorso di circa tre chilometri, costituito da venti tappe per riscoprire le fonti d’acqua lungo le vie e i vicoli del centro storico, percorribile tutto l’anno. Accanto ad ogni fontana sono stati collocati dei pannelli che, oltre alle informazioni storiche sul singolo manufatto, riproducono alcuni scorci storici delle fontane stesse.
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Prestare attenzione agli attraversamenti stradali.
Si parte dalla piazza SS. Filippo e Giacomo, dalla fontana ad est del municipio, per continuare su via Dellagiacoma fino alla fontana rotonda del “Capocia”. Si continua lungo via Venezia per prendere a sinistra la via Rizolai, e tornare verso il centro storico imboccando la via Dante dove si può ammirare sulla destra la fontana “Pintera” al centro della piccola piazzetta.
Poco oltre, in piazza Calderoni è stata ricostruita una fontana circolare: da qui si prende per via Indipendenza, una delle vie più ricche di storia dell’abitato, con edifici abbelliti da dettagli architettonici ed artistici unici. A destra merita una piccola deviazione la salita Viaröl e il vicolo Canopi, un vicolo carico di tradizione ed atmosfera, che sbocca più avanti sempre su Via Indipendenza.
All’incrocio con via Bedovina si può ammirare sulla sinistra la nuova fontana in porfido, prima di salire lungo la ripida viuzza fino alla fontana “Al Prenner”. Poco oltre la fontana, sulla sinistra, un antico passaggio pedonale costeggia l’edificio e scende di nuovo su via Indipendenza. Qualche metro a sinistra, sul lato opposto una bella casa gialla offre uno stretto sottopassaggio che permette di raggiungere la via Saronch e la via Mazzini, dove girando a destra si cammina fino alle fontane Vinella e Sief, per poi tornare indietro ed imboccare la via delle Rogge che porta ad una piccola piazzetta dominata dall’antico Travai e da un’altra storica fontana.
Percorrendo la via Minghetti s’incontra la fontana di Molìn e subito dopo, su via Vardabasso, accanto alla biblioteca, il ricordo della fontana del Barancio, il noto locale notturno degli anni Sessanta. Salendo via Cavour si giunge alla fontana del Pinzan, la più grande della Val di Fiemme, caratterizzata dai due mascheroni da cui fuoriescono le spine dell’acqua. Sempre in via Garibaldi, tornando verso la piazza, la fontana della Valghera è l’ultima tappa del percorso e ricorda alcuni lavatoi e fontane scomparse.
Accanto ad ogni fontana sono collocati dei cartelli che, oltre alle informazioni storiche sul singolo manufatto, riproducono alcuni scorci storici del luogo.
Scarpe comode.