Una passeggiata per osservare le dinamiche naturali del bosco.
26-29 ottobre 2018: la tempesta Vaia si abbatte sul Nord-Est dell'Italia schiantando ampie superfici di foreste. Oltre 40.000 ettari di bosco abbattuti o fortemente danneggiati, almeno 20 milioni di piante atterrate. La Valle di Fiemme è tra le zone più colpite.
Il paesaggio forestale viene stravolto con versanti interi ricoperti da piante coricate. Urgente il recupero del legname ma ancor di più dare sicurezza nei confronti della possibile caduta massi e valanghe agli abitati e alle strade che si trovano a valle dei versanti dove il bosco è stato abbattuto.
Nelle aree a rischio sono state realizzate opere di difesa come reti paramassi, tomi in terra rinforzata e opere paravalanghe che hanno comportato nella maggioranza dei casi la rimozione delle piante atterrate e il successivo reimpianto artificiale del bosco. L'area forestale del “Trozo vecio”, dove il bosco proteggeva la strada statale del Passo di Lavazè dal pericolo di valanghe, è stata individuata come area tipo dove tale protezione non è stata affidata alla costruzione di opere artificiali ma al bosco stesso.
La narrazione corrente nell'immediato periodo post-Vaia è stata quella del bosco “scomparso”, del bosco “che non c'è più”. In realtà il bosco é semplicemente cambiato, attraversando una nuova fase, con le piante a terra che svolgono ancora per un tempo variabile ma non breve alcune funzioni, compresa quella di copertura e protezione del suolo, avviandosi verso un nuovo ciclo con l'insediamento naturale della nuova generazione.
Nel caso dell'area del Trozo vecio si è valutato che il rilasciare il bosco a terra possa mantenere la sua funzione di protezione dalle valanghe per lungo tempo e consentire la successione al bosco nuovo che già si affaccia. Ciò ha permesso un notevole risparmio economico e dà maggiore sicurezza di stabilità al bosco futuro.
Il percorso realizzato sul versante consente di vedere da vicino l'evoluzione del bosco nel tempo e studiarne tempi e dinamiche.
Per un'esposizione più dettagliata dei fenomeni naturali in atto nell'area clicca qui
Per consultare un articolo relativo alle funzioni di protezione del bosco e in quest'area clicca Rivista Sherwood pagine 28 - 31
Idea e testi di Bruno Crosignani
Il tracciato presenta una parte con sede calpestabile ristretta che richiede di camminare in fila indiana. Durante i mesi estivi si consiglia di evitare le ore centrali della giornata, in quanto l'area è assolata.
Dal parcheggio ci si dirige a sinistra verso la pista di skiroll e la si attraversa prestando attenzione all'eventuale passaggio di atleti. Si giunge alla sella dove è posizionato il cartello che illustra il percorso. Si imbocca in discesa la mulattiera e si prosegue in discesa fino al raccordo con la strada forestale. Si mantiene la destra proseguendo sulla mulattiera fino a raggiungere la fine di una strada forestale dove si imbocca a destra il sentiero stretto in salita.
Percorsi alcuni tornanti ci si immette a destra sul sentiero che riporta al punto di partenza.
Si parcheggia appena prima di Malga Varena, in corrispondenza del sottopasso della pista di skiroll.